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I dati sono questi. Il WWF ha dichiarato nel suo report biennale del 2022 che abbiamo distrutto il 69% della fauna selvatica. Si tratta di mammiferi, uccelli, rettili e anfibi che, a causa delle condizioni climatiche e altri motivi si sono trovate in difficoltà e che ne hanno portato alla morte se non all’estinzione in alcuni casi.

Il dato ripercorre la storia della fauna dal 1970 ad oggi e tra questi animali troviamo ad esempio la Volpe volante di Guam e il picchio dal becco d’avorio.

Altro esempio sono i delfini rosa dell’Amazzonia che dal 1994 hanno avuto un calo di popolazione del 65%.

Le motivazioni di questi importanti cali nella fauna selvatica sono diversi: l’eccessivo sfruttamento degli animali e delle piante, il bracconaggio e la caccia che continuano a spaventare per la loro crudeltà, il cambiamento climatico e anche le specie non autoctone di una determinata zona che hanno iniziato ad invadere altre zone del pianeta.

Anche la deforestazione è una minaccia importante, non solo per lo sfruttamento del terreno, ma anche per motivi naturali come il durissimo colpo causato dai grandi incendi del 2021 in Australia.

L’appello che ha fatto il WWF è stato lanciato a tutti i governi e alle grandi industrie: mobilitarsi per un’inversione di rotta nel cambiamento climatico e nella modifica della biodiversità.

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