La produzione di plastica è aumentata esponenzialmente dagli anni ’60 ad oggi, a tal punto che ogni anno vengono prodotte circa 370 milioni di tonnellate l’anno. La proporzione per ogni abitante del pianeta è di 53 chili pro capite e il numero tende ad aumentare. Per questo motivo si stanno cercando nuova soluzioni bio ed ecosostenibili continuamente. Molta di questa plastica finisce poi in mare sotto forma di oggetti e microplastiche.
Come la plastica uccide gli animali marini
Se solo il 20% della plastica prodotta viene riciclata significa che circa 300 milioni di tonnellate di plastica rimanenti non vengono lavorate e molte di queste finiscono in mare andando a modificare non solo la flora, ma anche la fauna marina. Si parla infatti di circa 2 milioni di frammenti di plastica per mq sui fondali marini.
La plastica, ingurgitata da animali marini ignari del pericolo, blocca il loro apparato digerente andando di conseguenza a portarli ad una morte sofferta. In altri casi, la plastica abbandonata, come reti, buste o altri oggetti, intrappolano gli animali marini causandone la morte.
La plastica uccide le tartarughe di mare
Secondo studi recenti della University of Queensland circa il 52% delle tartarughe marine ha attualmente ingerito plastica. In genere vengono ingerite buste e sacchetti di plastica in quanto vengono scambiate per meduse. Basta un solo sacchetto, anche piccolo rispetto alle dimensioni del rettile in questione, per portare alla morte dell’animale.
Questo non porta solo problemi a livello intestinale ma anche ad una costante sensazione di sazietà che le porta a morire di fame.